Fa  caldo. È un caldo umido e soffocante.
La  giornata si sta spegnendo, e tutto quell'ardore trasale e rimane la fantasia a  colorare il torpore senza luna di un tardo pomeriggio qualunque.
Il  caldo è sempre più insopportabile. Ho bisogno di una doccia fredda.
Possibile  che non ci sia nessuno in questo posto di merda disposto ad ascoltarmi?
                                  Mentre  mi accarezzo la pelle bagnata, mi sparo una sega!
                  Subito  dopo è tutta spazzatura.
                  Metto  su un po' di musica e mi siedo da qualche parte.
                  Tutto  è pronto, come una bomba nel posto giusto.
                  Ci  sono gli U2, che figata!
                  Ricordo  il concerto di Roma. Prima di iniziare a suonare, quel cazzone di Bono disse  qualcosa come: «Se fate l'amore usate i preservativi». Fanculo!
                  Avevano  il volume dei bassi altissimo e tutto questo distorceva il suono che rimbombava  nell'aria producendo dei forti capogiri nel cervello. Sono stato una settimana  con lo scintillio di una lama affilata nella testa. Ero strafatto! Ed  accarezzavo l'aria con schegge di simpatica schiuma oceanica. Insomma, stavo  facendo del surf ad un concerto di rock'n'roll.
                  Non  ricordo bene cosa ho fatto dopo. Forse ho trascorso la notte all'aperto nei  giardinetti di fronte la stazione. Adesso non ci sono più.
                  Comincia  a farsi buio, finalmente.
                                  Meglio  cambiare musica. Il martellamento industriale dei Nine Inch Nails è l'ideale  per riempire il vuoto di questo pomeriggio da cani. È come perdersi nei colori  accecanti di una pittura di Kandinsky o negli incubi apocalittici di un  racconto di Lovecraft.
                  Ho  sentito da qualche parte che stasera c'è un film horror, spero solo che sia  degno del genere perchè ho tanta voglia di vomitare.
                  Mi  sentivo come un naufrago in quel cesso di dormitorio, tra albanesi e marocchini  che rullavano canne a non finire sognando chissà cosa.
                  Ed  io guardavo fuori dalla finestra il cimitero di fronte, silenzioso. Tutto il  pallore di volti senza nomi.
                                  Ti  hanno mai puntato una pistola nella fronte, e sai che sei completamente  impotente, che il tuo viaggio sta per finire?!
                  E  poi ti svegli in sala di rianimazione immobile e fiacco con aghi e tubicini che  ti bucano la pelle e ti riempono le vene di sana vita medicinale. E tutti quei  sorrisi ipocriti in quell'orribile puzza galvanizzante, mentre tu ti stai  agitando lontano.
                  Quando  si è vivi si finge di essere morti, quando si è morti si possono simulare  attimi di vita?
                                  Che  bello innamorarsi, non sei più solo. Sai che c'è qualcuno che si preoccupa, che  si interessa di te. E tutto questo ti fa sentire speciale.
                  Un  sincero vaffanculo a tutti quelli che non hanno mai capito quanto sia dolce e  potente il calore di una stella.
                                  Sweet  Jane, sorellina mia, so che non sei mai esistita...ma io posso quasi toccarti,  e sono ancora qui! Vorrei tornare a casa e trovarti nuda con lo sguardo bagnato  e scavare insieme tutto quest'universo pulsante.
                  L'estate  scorsa sognavo ad occhi aperti attraverso una porta chiusa.
                  Adesso  la porta è aperta, ma ce ne sono ancora tante altre da aprire.
                
                
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