HOME      GUESTBOOK      CHAT      NEWSLETTER      REDAZIONE                CONTATTI
 il progetto      gallery      recensioni      interviste      video      audio      concerti      rubriche
dedicato a Umberto



Interviste

 
MAX GAZZE'
venerdì 19 luglio 2002

di Giancarlo Salafia

Giancarlo. – Collaborazione con Fabi, Britti, Silvestri, ecc… ma anche con Ferretti, Consoli, Magnelli, Ginevra, insomma Max Gazzè anello di congiunzione fra il pop commerciale ed il pop-rock alternativo: ma tu ti senti più vicino a…?

Max. – Intanto non generalizzerei così tanto; per esempio Niccolò Fabi è stato sempre inquadrato in un ambito commerciale, ma in realtà è un artista dalle mille risorse e anche molto originale, cosa per me importante; solo che la sua etichetta lo ha portato in quella direzione e infatti in questo momento Fabi si sta un po’ guardando intorno perché magari vorrà farsi un’immagine diversa e tirar fuori cose nuove.

Per quanto riguarda poi l’essere più vicino ad una scena piuttosto che un’altra penso che poco importa; ciò che importa è essere soddisfatti di ciò che si realizza, ed io lo sono tantissimo.

Le collaborazioni per me sono molto importanti perché ti permettono di sviluppare una tua idea con un’ottica diversa, dal punto di vista di un altro musicista, che normalmente ha una visione diversa dalla mia.

G. – I tuoi testi sono stati spesso provocatori e forti: non hai mai avuto problemi per questo durante la produzione?

M. – No perché non bisogna fermarsi all’espressione del momento. Se io dico una frase anche un po’ pesante o provocatoria lo faccio per dare l’idea di un disagio, di uno stato d’animo, per far capire cosa voglio dire e quindi credo che quelle parole siano utilizzate in modo non gratuito ma per dare un’emozione al brano e un’idea ben precisa del messaggio globale.

G. – La produzione con una major come la Virgin è vantaggiosa perché ti permette una grande promozione, ma cosa comporta in cambio, ti ha mai limitato in qualcosa?

M. – Ho avuto la fortuna di non essere mai stato limitato da nessun punto di vista. Probabilmente il mio modo di presentarmi e di impormi al pubblico era quello che la mia etichetta cercava o comunque gli sarà piaciuto. Anche la scelta per esempio del brano che ho portato a Sanremo per la prima volta "Una musica può fare", canzone che io stesso giudico fuori di testa e in ogni caso un brano atipico per una vetrina commerciale di quel calibro, è stata scelta da me e non ho avuto alcun problema. Ricordo ancora quando scrivevamo il testo e provavamo la lirica con mio fratello, ci facevamo certe risate per ore.

Per quanto riguarda il vantaggio di una grossa promozione, quando è uscito "La favola di Adamo ed Eva" sono stato in TV e in radio un po’ dappertutto. Per un certo periodo sono stato il personaggio del momento. Ma a me questo non interessa anche se non posso nascondere che mi è giovato. Adesso sto cercando di restarne fuori; voglio essere più discreto. A volte penso che la TV sia inguardabile e quindi preferisco, finché posso, restarne fuori.

G. – Come nasce la collaborazione con Manuel Agnelli e il Tora Tora?

M. – Ci siamo incontrati per una grossa festa a Milano ed abbiamo fatto una session assieme. Il tema era "Sui giovani d’oggi ci scatarro su" (brano degli Afterhours). Risultato: lui cantava, gli altri suonavano e io sputavo sulla gente… Da allora siamo rimasti molto amici.

Comunque un grande progetto quello del Tora Tora; spero che si porti avanti, tra l’altro parteciperò anche io in qualche tappa ancora da definire.

G. – Il fatto che in Italia si debba cantare in italiano, per avere una buona produzione, non credi che allo stesso tempo rende non competitivi in Europa?

M. – Sicuramente. Questo purtroppo è un dato di fatto. Non si può negare che all’estero la lingua latina è sconosciuta. E non parlo solo dell’italiano. In fondo noi abbiamo anche dei bei dialetti, che tanti artisti hanno sfruttato. Ma l’inglese fa da padrone. Forse si potrebbe provare a far conoscere un po’ la lingua italiana, ad esportarla, ma certamente non è impresa facile.

Per quanto mi riguarda, voglio provare in futuro a realizzare qualcosa che non sia in italiano, d’altra parte io parlo correttamente sia inglese che francese, essendo cresciuto all’estero.

 

 

TORNA ALL'ELENCO INTERVISTE

 

   

 

 
Rumori Sound System - © Copyright 2000