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dedicato a Umberto



Interviste

 
BUGO
mercoledì 16 ottobre 2002

di Tiziana Nicolosi

T.N. Chiaro che non sei Bugo piuttosto che Cristiano Bugatti, ma si vede che battezzi una parte di te facendone il carattere della tua immagine… Non ti preoccupa l’ idea di rimanere troppo vincolato dal tuo personaggio? Se un giorno ad esempio ti alzassi serio al mattino? O è proprio questo risveglio a renderti Bugo?

B. Io sono uno che si prende molto sul serio, e non c’è niente di male, oggi va di moda dire "io sono ironico…". L’ironia serve, conosco molti ragazzi, artisti che si prendono sul serio però hanno anche qualcosa da dire mentre c’è gente che è simpatica però non mi dice un cazzo! Anche se mi diverto sempre, quello che faccio mi piace farlo quindi è un po’ prendermi sul serio. Devi farlo perché ne hai voglia

 

T.N. La tua giusta miscela è d’ironia e disincanto?

B. La scelta giusta è essere se stessi

T.N. Ma tu puoi essere sempre in un modo?

B. No. Io sono molto contraddittorio!

T.N. Quindi la genialità che ti è stata riconosciuta potrebbe risiedere nel tuo saper giocare con te stesso?

B. Dicono che sono un genio… ma non lo sono, è una cosa esagerata, i geni sono altri, Van Gogh, Beethoven, kant…

T.N. …forse hai coraggio e piacere nel focalizzare alcune cose tra gli orizzonti del caso… e ci sai fare…

B. Sì. Io vado. Mi butto. Mi piacciono le cose semplici e da qui parte la mia spontaneità

T.N. …con il rischio che può portarsi dietro…

B. Ma sì… anche se una sera ho il broncio salgo sul palco, e questo viene apprezzato, perché sanno che io sono così ed è talmente insolita una cosa del genere in Italia che viene presa come "Hi! Che genio!", invece dovrebbe essere normale ciò, come ti senti vai sul palco!

T.N. Già, la tua musica può essere emanata da una scatola di fagioli… "come sempre il sugo ha bisogno della pasta, vorrei avere un dio anch’io" non è una metafora palesemente calzante…

B. Io non lo faccio apposta, parlo di quello che mi succede, mi piace parlare della pasta al burro, della pasta al pomodoro…

T.N. …e per ora ti è andata bene…

B. Attenzione, io ho ventinove anni, non è che ho vent’ anni come i Verdena che han detto "Ciao!" e tutti "Siii, belli!", quindi per nove anni ho detto "pasta al burro, pasta al burro, pasta al burro" e la gente "ma che pasta al burro, che pasta al burro…". Finché "cazzo, pasta al burro!" A ventinove anni però… Non è che mi è arrivato così quello che ho, adesso, boh… forse è il momento giusto per me, certe cose non riesci a spiegarle…

T.N. Un limite che senti di avere che ti piacerebbe superare..

B. …

T.N. Non eri preparato!

B. No, questa qui è una bella domanda, cazzo, è la prima volta che me la fanno!… bellissimo.. Sai cosa? Cazzo, dopo faccio dei pezzi acustici lentiiiiissimi che a me piacciono ma i ragazzi si rompono i coglioooooni… (ride…) Forse dovrei diventare un po’ più funky, anche se penso che a dover scegliere un genere per il quale morire, sarebbe il folk, non è il rock n’ roll…

T.N. …e il folk lo tocchi già…

B. …infatti, forse non è neanche la risposta giusta…

T.N. …e al di là della musica?

B. …un limite… a volte non sono veloce a rispondere alle domande che mi fanno… (ridacchia) Un mio limite potrebbe essere la troppa sincerità che a certe persone dà fastidio. Sono sincero anche con gli amici, e spesso un amico non vuole sentirsi dire alcune cose… non so boh… ci capiamo…! La mia franchezza a volte fa del male, che poi dal rovescio della medaglia è anche il mio pregio migliore.. secondo me.

T.N. Formazioni come Ovo, Allun, la scomposizione nella composizione, il suono in sé, la performance come percezione prima che come risultato, per chi propone, per chi partecipa. Viaggi in altre profondità per non comuni palati. Hai espresso il piacere di vederli accompagnati da major, credi che in questo stia il meritato premio di un percorso di qualità ?

B. E’ una cosa che ho detto da fan, un po’ per gioco, e comunque i divi che io stimo tanto erano per la Warner, i Sonic Youth sono per l’ Universal. Non è che penso che loro devono farlo ma se la proposta che gli arriva è intelligente, perché no? Che poi è ciò che io stesso ho fatto. Sono completamente libero di fare ciò che voglio, riesco a vivere con la musica.

T.N. Quindi non ti preoccupa nulla?

B. No, altrimenti non avrei firmato. Se io ho troppa paura della lotta, tra virgolette, è ovvio che non la metto in mezzo. Magari tra un anno ti dico "mmmminchia…"

T.N. …e mandi tutto a fanculo… Senti, che mi dici del fatto di lavorare da solo?

B. E’ bellissimo!

T.N. …perché puoi non dover rendere conto?

B. Io non riesco a scendere a compromessi con me stesso, è una vita che faccio così, mi piace collaborare però la mia musica è la mia

T.N. Hai sacrificato qualcosa nel lasciare l’ indipendente?

B. Non l’ ho lasciato totalmente. Ho una clausola che mi permette di stampare i miei dischi più strani con l’ indipendente, e poi… incontro tutti… nessun sacrificio, ti giuro.

T.N. Gruppi come I giardini di Mirò, troppo intellettuali?

B. Non li conosco bene, comunque in Italia il novanta per cento è musica intellettuale, tutti fanno le cose perché prima hanno pensato, invece io prima faccio una cosa e poi penso!

T.N. Ti hanno definito grottesco, decadente, io ti trovo intuitivamente genuino, mi sembra infatti di capire che ti muovi su una sorta di contrappeso tra cantato e sua sonorizzazione e viceversa, come se una ballata acustica potesse risultare già fatta e avesse bisogno di una qualche distorsione…

B. Ok, ho capito cosa vuoi dire, ma non è studiata, è una cosa mia, istintiva, una forma di autodifesa, se scrivo un pezzo e mi sembra troppo depresso ci metto una frase ironica, sennò, minchia, cado in un tombino!

T.N. Quindi se qualcuno gode senza sorridere del finale di "Sei bella come il dì" gli dici cretino?!

B. No! Ma è un tributo a Buscaglione, un momento quasi di cabaret, ovviamente vuole essere divertente…

T.N.  . …E LO E’…

 

 

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